Giulia Boetto, Franca Maselli Scotti
Lo scafo, ubicato a nord dell'edificio, giaceva su un fondale roccioso ed era ricoperto da sedimenti sabbiosi. Scarsi furono i materiali rinvenuti, sicché l'imbarcazione viene datata nell'arco di vita della villa, tra il I e il III secolo d.C.
Il relitto fu recuperato grazie al concorso di aziende
private (la "Siderurgica Monfalconese" e la "Laminati
Lisert") che si accingevano alla costruzione di un'ampia
area industriale nella zona. Tra il 1973 e l'anno successivo,
venne costruita una centina lignea ed un telaio metallico per
poter sollevare e trasportare l'imbarcazione. Successivamente,
lo scafo fu collocato in una vasca, appositamente costruita a
ridosso della Galleria Lapidaria del Museo Archeologico Nazionale
di Aquileia, e rimase immerso in acqua dolce per sette anni (dal
1974 al 1981). Colpito dal terremoto del 1976, causa di alcune
deformazioni strutturali, lo scafo venne trattato con PEG dal
1981 al 1983.
Attualmente, all'interno della sezione navale del
Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, i visitatori possono
ammirare il fondo dell'imbarcazione lungo 10,7 m e largo 3,8.
In mancanza di sicuri indizi strutturali, quali la scassa dell'albero
o resti di ruote, oppure dell'attrezzatura di bordo, come le ancore
o la pompa di sentina, non è stato possibile stabilire
quale delle due estremità fosse la poppa e quale la prua.
La chiglia, a sezione rettangolare, presenta alle estremità delle calettature a palella e denti per il collegamento con gli elementi di poppa e di prua, non conservati.
I corsi di fasciame sono sei per fiancata. Le tavole, piuttosto spesse (4.5/5.5
cm) e larghe (tra 20 e 40 cm), sono collegate da tenoni incavigliati.
Sono stati osservati chiodi metallici nello spessore delle tavole
e sulla chiglia.
All'interno dello scafo, non è presente
la classica alternanza tra madieri e semiordinate ma tutte le
ordinate sono costitute da madieri rotti in corrispondenza del
ginocchio. I trentadue madieri conservati hanno sezione rettangolare,
con altezza media di 9 cm e larghezza media di 11 cm, mentre
la maglia misura 16.5 cm. I madieri sono collegati al fasciame
da caviglie lignee e presentano fori di biscia centrali e laterali.
Il paramezzale, lungo 7,3 m, è incastrato sui madieri grazie ad appositi intagli sulla sua faccia inferiore. La sua sezione è rettangolare (larghezza massima 24 cm e altezza 12 cm) e presenta superiormente, a distanza compresa tra 95 e 70 cm, nove incassi quadrangolari per i puntelli che sorreggevano il ponte.
Durante lo scavo, furono ritrovati alcuni piccoli frammenti di lamine in piombo
che potrebbero dimostrare che lo scafo ne era rivestito.
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